il mondo visto dalla parte degli animali
di Alfio Pegaso
Cos’è
l’Anima? Una caratteristica soltanto
umana? Allora perché chiamiamo le bestie
animali, cioè dotati di anima? Di chi è
disumano diciamo che ha una pietra al posto del cuore, non che è un’animale. L’epiteto di “bestia” se attribuito all’uomo
si riferisce d’altronde più alla sensualità e alla mancanza di tatto che non
alla disumanità. Però gli antichi
pensavano che anche le pietre e tutto il mondo minerale partecipassero alla
vita universale, seppure non dotati di anima.
Riprendo qui due commenti, rivendendoli ed ampliandoli, postati su Indymedia
rispettivamente il 20 luglio ed il 1 agosto 2005 in risposta al post
d’un certo “Animale (umano)”, che rifacendosi ad Ovidio poneva in evidenza il
non diritto degli uomini di cibarsi di cibi animali o di privarli delle loro
pellicce per i propri scopi.
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Secondo gli antichi sapienti il mondo
aveva una doppia dimensione, microcosmica e macrocosmica. Per cui anche l’Anima assumeva questo doppio
aspetto, individuale e cosmico. In tal
senso, naturalmente, intendo quel che i Greci denominavano ‘Psiche’. Il termine psyché era connesso al vr. psýchô
(‘soffiare’), poiché il respiro è la caratteristica principale degli
esseri animati. Ed è questo che ha
sempre turbato l’essere umano fin dai tempi preistorici vedendo morire un
animale od un altro essere umano, indipendentemente da tutto il resto, il
mistero cioè di quel respiro che pian piano si dileguava dal corpo. Prima che il corpo divenisse rigido e duro e
si trasformasse in una carcassa maleodorante dagli occhi vitrei. Per questo gli occhi sono stati indicati
quale specchio dell’anima, poiché non appena viene a mancare il respiro essi
perdono il loro splendore. Negli animali
superiori come nell’uomo la luminosità degli occhi è la stessa, come tutti
constatiamo nel guardare quelli degli animali domestici. Anche se normalmente non facciamo caso a tale
semplice evidenza, che ci arrecherebbe un gran senso di colpa.
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Vi sono anzi animali come i conigli e le
lepri che hanno occhi bellissimi, tanto che siamo soliti paragonarli a quelli
delle belle ragazze. Eppure non vi sono
animali in genere tanto maltrattati come questi. Ho potuto personalmente verificare che i
conigli quando sono in gabbia hanno una natura totalmente diversa da quella che
assumono quando vengono liberati e possono scorazzare in un cortile ampio. Oppure nei parchi, come in Svezia. In natura le lepri sono ancora più eleganti,
nonostante la loro natura selvatica.
Come le belle ragazze amano la libertà.
Non resistono in gabbia per molto tempo, si lasciano morire. Gli animali hanno sentimenti simili a quelli
degli esseri umani, differentemente da quel che pensava quello sciocco di
Cartesio, che attribuiva loro solamente istinti in senso meccanico. Gli animali non sono dotati esclusivamente
d’istinto, cioè di subconscio, hanno anche una coscienza di sé. Per quanto la loro coscienza sia
qualitativamente inferiore alla nostra, il loro ego non è minore
quantitativamente; anzi forse maggiore, poiché hanno conservato certe
prerogative psichiche che l’uomo civilizzato ha perduto. Ad es. la precognizione o la telepatia.
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Gli animali
percepiscono i pericoli molto spesso in questo modo. In caso di disastri naturali possono
avvertirci di ciò che sta per accadere.
I cani abbaiano prima dei terremoti, forse perché hanno un udito molto
fine ed avvertono gl’infrasuoni. Ma non
si tratta solamente di fattori fisici.
Tempo fa mi morì una coniglietta che amavo molto, Lakshmi. Era molto carina e ancora giovane, un anno e
mezzo di età circa. S’è ammalata
riempiendosi di croste e non sono riuscito a salvarla. Non potevo starle vicino poiché abitavo al
Lido di Venezia in ragione degli studi universitari. Ebbene, mi sono messo in contatto con lei da
Venezia, io dispongo di questo tipo di sensibilità e ho sentito che
moriva. Sapevo persino dove mia madre
l’avevo depositata dopo il trapasso e proprio là sono andato a cercarla quando
sono tornato in Piemonte da Venezia a tarda notte. Gli animali sanno sempre cosa noi intendiamo
fare con loro, se ci conoscono; sono molto attenti ai segni esteriori del
nostro comportamento, poiché il loro si basa su questi atteggiamenti reciproci
imitati ad infinitum. Codeste
disposizioni naturali hanno fatto credere certe persone prevenute che avessero
comportamenti stereotipati. Anche noi li
abbiamo, ma disponiamo pure del libero arbitrio. Loro pure, sebbene in misura minore rispetto
a noi.
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A causa della
loro indubbia inferiorità psichica hanno subito vessazioni a non finire da
parte dell’essere umano. Sul piano
spirituale gli animali non sono inferiori
a noi. Ogni essere che esiste
vivendo entra in un ciclo fatto di nascite e di morti periodiche. Quando noi priviamo gli animali del piacere
di vivere interrompiamo il loro ciclo vitale brutalmente e succede ad essi quel
che capita agli esseri umani quando vengono violentemente uccisi da uomini od
animali. Ossia la psiche, che al momento
tende a scindersi in due parti, l’una attaccata allo spirito e l’altra al
corpo, non riesce a scomporsi per la sofferenza. E rimane a vagare nel luogo
dell’uccisione. Provate ad andare presso
un mattatoio e a parte gli orrori che percepirete in varie forme se avete un
po’ di sensibilità non troppo atrofizzatasi nella vita quotidiana percepirete
questa sofferenza a livello cosmico.
Ricordate Dersù, quel piccolo cacciatore siberiano ritratto anni fa in
uno splendido film da Akira Krosawa?
Aveva timore del fantasma della tigre.
Giacché il corpo sottile continua a vagare sul luogo della morte
visitando il corpo in decomposizione, mentre la parte elevata dell’anima lascia
la Terra e se
ne va collo Spirito. Tanto per l’uomo
come per gli animali. Qualora il corpo
venga a mancare, perché divorato od altro, la desolazione è ancora maggiore.
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Anche lo
Spirito è stato concepito anticamente in relazione al respiro, al soffio: era
chiamato Atem in tedesco, Âtmâ in sanscrito. Seppure in un senso più elevato di quello
psichico. Tutto è Spirito nell’Universo,
poiché il mondo appunto è rivolto all’Uno (Uni-versus). Il che è come dire all’Esistenza, all’Essere
in senso ontologico. Ogni cosa pertanto
è viva, come credevano i Paleosiberiani.
Vale a dire, esiste. Esistendo
discende nel mondo e partecipando all’Ordine Cosmico (questo significa
letteralmente mundus in latino) si manifesta a livello fenomenico. Il che vale dunque tanto per gli esseri
umani, come per gli altri animali; ma pure per le rocce, le acque e tutto il
resto. Persino le stelle soggiacciono a
questi cambiamenti periodici. Alcuni
carmi profetici nordici difatti celebrano il passaggio della vita universale
attraverso i vari stadi minerali ed animali: fui acqua di fonte, poi albero
svettante, indi pesce e marmotta, lupo e cavallo prima di assumere forma
umana. O qualcosa del genere. Non è un concetto evolutivo in embrione, ante
litteram, ma un’ovvia constatazione dell’universalità dello Spirito, nella
sua capacità d’assumere le forme più varie, secondo uno schema circolare e non
rettilineo. La cosiddetta ‘reincarnazione’
è un’idea falsa degli Occidentali. Il
termine sanscrito corretto è punar-janm
(lett. again-birth), in greco palin-ghénesis. In quanto non è l’io che si reincarna, ma lo
Spirito, il quale a mo’ di seme ricrea il frutto. La scorza simbolicamente è stata paragonata
dagli antichi padri cristiani e dai sapienti islamici al Corpo, il frutto
all’Anima e il seme allo Spirito. Per
cui la morte altro non è che un passaggio da uno stadio all’altro. Proprio per questo, poiché la vita appartiene
all’Essenza Universale – ciò che in un’ottica antropomorfica definiamo ‘Dio’ (lett. ‘Cielo, Luce’) in contrapposizione al Mondo Fenomenico, di per sé
un’emanazione dello Spirito nel doppio livello psichico (invisibile) e
corporale (visibile) – è sacra e dobbiamo rispettarla in ogni sua
manifestazione. Giacché trascende
l’aspetto puramente materiale ed individuale.
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Gli uomini
preistorici concepivano un ‘Signore degli Animali’ cui si rivolgevano tutti gli
animali, uomo compreso, onde ottenere giustizia dopo la morte. Il ‘Signore’ che oggi tutti i credenti di
ogni religione venerano non è che una trasformazione particolare di
quell’ancestrale divinità. Se qualcuno
si comportava male verso un dato animale o una data specie si pensava che la Divinità allontanasse gli
animali dagli uomini fino a che non si fosse provveduto a cambiar le cose. Era concesso utilizzar le carni e le pelli
degli animali, poiché tutta la vita cosmica rientrava nel Sacrificio Universale
dell’Uno che creava la molteplicità degli enti autosacrificando Sé
medesimo; ma con discrezione, non
dimenticando il senso vero del Sacrificio.
L’animale così adempiva al modo degli uomini ad un ruolo sacrificale che
lo conduceva a rinascere in forma migliore, fino al compimento supremo del
ritorno finale alla Divinità donde tutti proveniamo. Il ritorno non necessariamente doveva passare
per la forma umana. L’Orso che veniva
dagli Ainu prima allattato con cura materna e poi torturato indicibilmente per
farlo soffrire al massimo, non meno del Cristo cattolico accedeva direttamente
all’Uno. Per lui non c’era ritorno,
poiché seppure indirettamente aveva patito quel senso di privazione dell’ego
che porta l’essere vivente alle soglie dell’Assoluto.
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Occorre
specificare tuttavia che nemmeno la cultura venatoria o pastorale di quei
lontani tempi costituiva il rapporto originario fra l’uomo e gli animali. La
condizione primeva era quella che i miti e le leggende dell’intero globo ci
descrivono in relazione all’Eden. Nel
Paradiso Terrestre l’Uomo era vegetariano, non si cibava di animali, non si
vestita di pelli. Come ricordano
Tertulliano ed altri, andava nudo e ignaro della propria nudità, superando le
fiere per intelligenza ma senza approfittare di tale naturale
disposizione. Anzi utilizzandola come
dono celeste per determinare un equilibrio fra le specie. Vivendo una vita arboricola in mezzo a loro,
faceva sì che il lupo non vessasse l’agnello.
In altre parole, impediva che la vita biologica sopravanzasse quella
psichica e spirituale. La felicità di
quella mitica contrada dipendeva esattamente dalla capacità d’intendere la
presenza dell’Uno sotto i vari travestimenti esistenziali. In certo senso possiamo dire che l’Uomo (Adamo per gli ebrei, Manu per gl’indù) adorava sé stesso, concependo nel
proprio cuore l’Unità dell’Esistenza.
Non per nulla in molte tradizioni il Primo Dio è chiamato Eros. Gli orfici lo definivano per questo il ‘Primo
Nato’. Anche per gl’indiani Kama, il
Signore del Desiderio, era la prima manifestazione di Brahma. Nella ‘Commedia’ dantesca riecheggia la
presenza di tale vetusto nume, essendo tutto il poema del poeta fiorentino una
dedica alla leggiadra Beatrice. L’Amore
è la radice dell’esistenza. Soltanto con
l’Amore profondamente vissuto possiamo infatti realizzare interiormente quel
senso di unione che permea totalmente la Vita Universale.
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Adesso
scendiamo terra a terra. Da bambino ero
vegetariano per scelta naturale, piangevo ogniqualvolta mi davano da mangiare
della carne. Forse perché ero nato nel
giorno della benedizione degli animali, insomma quella data tanto cara ai
patiti del segreto di Rennes-le Château. Si sa che
Sant’Antonio riproponeva in veste cattolica la figura di Mago Merlino, il
vecchio ‘Signore degli Animali’ del mondo celtico. Poi, ogni tanto mi sono messo a mangiare
carni bianche. E anche ultimamente,
complice la mia bella moglie carnivora (da buona discendente dei signori della
steppa asiatica mangia persino i cavalli, io invece scrivo poesie per
descrivere come li maltrattano nel mondo post-capitalista), mi lascio andare a
qualche strappo alla regola coi pesci in scatola. A parte i tonni, che evito,
nonostante siano buonissimi. Troppo sangue si versa per ucciderli. I giapponesi, essendone assai golosi, vengono
a prenderli nel nostri mari e li tagliano persino vivi con le seghe
elettriche. Spaventoso!
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Credo che la cosa migliore in fatto
d’alimentazione, onestamente parlando, sia come han fatto due miei amici. Lei
vegetariana, lui carnivoro. Dopo un certo periodo di vita assieme anche il
marito ha deciso di non mangiar più carne, salvo qualche strappo alla
regola. Delle due belle figlie, quella
che assomigliava alla madre era carnivora e quella che assomigliava al padre
vegetariana. Pareva uno scherzo della natura. Poi son diventati entrambi vegetariani e le figlie pure. E questo è il tipo di cambiamento migliore e
duraturo, poiché essendo avvenuto a poco a poco risulta irreversibile. Purtroppo in seguito lei è morta prematutramente, ma non c'entra nulla la dieta. Chi non è vegetariano comunque non entrerà
nel Paradiso Terrestre prossimo venturo, fra circa 10 anni… La liberazione dalle guerre e
dalla violenza non giungerà per lui. Non
soffrono solo gl'iracheni e i prigionieri di Abu Ghraib o di Guantanamo, od i poveri siriani. Soffrono pure i ratti, che scappano urlanti
quando cascano le bombe, soffre il bestiame che vede fuoco e fiamme piovere dal
cielo o che è colpito dagli spari. Per loro lo sparo è sempre fuoco nemico. Non
c'è fuoco amico. In più, quando le guerre finiscono ed i soldati rimasti vivi
tornano paghi alle loro case, nei loro confronti la guerra non finisce mai. Sono
sempre oggetto di torture, vessazioni, abusi, maltrattamenti vari. Quando non sono violentemente uccisi, spesso
senza neanche le giuste precauzioni, o addirittura subiscono qualcosa
d’inimmaginabile. Tipo quello che
succede ai poveri tassi in Afghanistan nel filmato propostoci in Blogs.it (prima che lo chiudessero nel 2015) da parte di Silvia, la
fascinosa “Regina di Zoccolandia”. Un
tempo le violenze erano dirette solamente verso gli animali domestici. Oggi,
purtroppo, tutte le bestie della terra e dell'aria sono soggette ad esse. Persino i naturalisti talora li vessano con
la scusa di studiare le loro abitudini comportamentali
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Gli animali sono i nostri fratelli e le
nostre sorelle, hanno diritto al rispetto in tutte le forme, esattamente come
gli esseri umani. Non è delirio, è verità. Poi ciascuno faccia come crede, ma
la realtà vera è questa. Tutte le
religioni c'insegnano che in principio vigeva un regime vegetariano. Se dunque
la storia che Adamo ed Eva vivevano dei frutti del Giardino è confermata da altri
testi oltre a quelli biblici (notare che l’ex-cardinale Raztinger, come tutti
gli esponenti del popolo germanico in bene od in male, serbava viva ancora nella
propria memoria il ricordo nostalgico dell’Asgarten, il Giardino degli
Asi ovvero il Paradiso Polare ove gli Asi non tramontavano mai), la Terra ciclicamente rinnovata
dovrebbe diventare presto nuovamente un giardino rifiorito. In vista di ciò, come si fa a permettere ad es. quel che si fa alle povere
foche dell'Artico? Il fatto che loro si cibino di pesci non ci giustifica per
nulla. Si può comprendere fino ad un
certo punto, ma non oltre, chi usa la carne ma non chi ne abusa. Purtroppo a tal riguardo è oltremodo complice
la Medicina
occidentale contemporanea, che prescrive inutili diete a base proteica, quando
invece è stato dimostrato dal Nobel L.Kervran tempo fa che il corpo ha la
capacità di fabbricare gli aminoacidi dei quali manca qualora si abitui
gradualmente – e sottolineo il termine – a non disporne. Come fanno appunto gli erbivori. Insegnava giustamente
l'ormai desueta Macrobiotica, ma il principio resta valido ancora, che la
dentatura umana è tale da dimostrare che l'uomo si è sempre cibato
principalmente di vegetali. I medici non
conoscono in genere un fico secco di Dietologia. Non sostengono esami in proposito e se lo
fanno sono del genere di Scienza dell’Alimentazione. Quando facevo 'Medicina & Ch.' questo
esame e altri due ( Biochimica, Oncologia Sperimentale ) mi convinsero ad
abbandonare il campo per disperazione.
Chi vuole diventare una persona profonda e vuole stare in salute più di
altri, si faccia vegetariano. Seppure
con criterio, con molto riguardo per la propria salute ma senza patetici
isterismi. Le anime degli animali, al pari delle nostre, non muoiono
definitivamente.
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Tempo fa Speciale Voyager trasmise un
servizio sull’immediato post-mortem. O
meglio su quello che accade in noi in vista d’un possibile decesso. Si parlava di esperienze interiori di
carattere luminoso. Anch'io nel mio
piccolo ho avuto quell'esperienza di Luce quand'ero in coma all'ospedale di
Teheran anni fa ed assicuro che è proprio così per tutti, come taluni hanno
descritto. L’esperienza s’è ripetuta
altre volte che sono andato vicino alla morte.
Per mia disgrazia mi è capitato di andare in coma più volte. Siccome ho anche sperimentato le tecniche di
meditazione trascendentale indiane, non potrei dirvelo ma lo dico, aggiungo che
esse portano agli stessi risultati. Solamente che gl'iniziati lo fanno a
piacere, quantunque non sempre le ciambelle riescano col buco; i mistici vi
riescono a caso di quando in quando e, le persone normali, esclusivamente quando
vanno in coma. La morte però è quella
per chiunque, animali compresi, il passaggio al Regno dell’Invisibile avviene
psichicamente. Là si sceglie colla mente
se addentrarci nel mondo dello Spirito Santo, che é l'Assoluto, cioè la Luce Infinita (descritta dagli Aztechi come <fuoco che non brucia>) oppure tornare quaggiù in
forme viventi: vegetali, animali od umane. Per questo dobbiamo essere solidali
non solo con uomini e donne, anche con le altre forme di vita. Tutte le forme sono in sé immortali, tuttavia
soffrono e godono più o meno come noi.
La formica se vede il dito scappa, teme che la uccidiate. Il lumacone si rotola quando è in fin di vita
come gli animali superiori. Se lo
salvate dai guai nei quali s’è involontariamente cacciato riprende a vivere e a
respirare contento. L'animale è Dio, l'animale è nel più profondo di sé noi
stessi. Avevano più ragione gli Egizi
degli Ebrei, gli Egizi erano dei mezzi Indiani.
La Chiesa
Cristiana ha ereditato nella sua dottrina certi difetti
appartenenti alla religione giudaica.
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Dobbiamo
rispettare tutte le forme che la vita assume, dato che al di là delle parole la
vita siamo noi; perciò siamo noi che in realtà assumiamo i vari aspetti vitali,
senza soluzione di continuità, nostro malgrado. Chi maltratta le bestie, dal
satanista vero e proprio al rozzo uomo comune, si comporta da sciocco poiché
dimostra di non aver rispetto per la sua stessa persona. Invece chi rispetta gli animali non è per ciò
stesso un uomo comune e dimostra d’esser affine per temperamento e volontà a
suo padre Adamo, cioè all’Uomo per eccellenza, creato da Dio a propria
immagine. Nel succitato post il blogger Animale
Umano argomentava che uccidere gli animali con la scusa che sono inferiori a
noi era come uccidere i minorati psichici, che di sovente hanno capacità
mentali inferiori all’animale medesimo.
Un giusto ragionamento, bisogna ammetterlo. A meno di essere ipocriti e l’ipocrisia è un
male che nella storia umana ha assunto contorni sempre più ampi.
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Che l'uomo sia
un animale fondamentalmente erbivoro e non carnivoro od onnivoro lo dimostra la
dentatura dell'animale umano. Se fosse come il cane, il lupo, il gatto o il
leone avrebbe canini piuttosto sviluppati.
Per predare. A meno di pensare
che il fucile o primitivamente le armi bianche siano uno strumento equivalente
a quelli naturali e non lo sono. Dunque perché mangiamo carne? Per una cattiva
abitudine subentrata da tempo immemorabile nel genere umano. L'Avesta insegna
che gli uomini hanno perso lo stato paradisiaco allorquando si sono messi a
predare gli animali. Anche in quella condizione, cominciata circa quarantamila
anni fa (ho fatto degli studi sul tema che sarebbe difficile riportare qui),
l'uso di carne era molto limitato. Si
compivano magie di caccia, inscenando riti venatori sulle pareti rocciose delle
caverne a mezzo di sacri dipinti. E così
si andò avanti per migliaia di anni.
Basta pensare che, sino al Dopoguerra, ci si limitava a mangiare la
carne una volta la settimana. Con lo sviluppo della Medicina empirica
occidentale i dietologi hanno cominciato a sostenere che occorreva mangiare
carne quasi tutti i giorni. Questo è il motivo vero del massacro attuale
d'animali nei macelli civici. Una cosa vergognosa, avendo studiato Dietologia,
e avendo scoperto che si basava su fatti non scientifici ma presunti tali quale
il valore biologico delle proteine. Ho
deciso quindi ad un certo momento di abbandonare gli studi medici.
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A chi non mangia
carne si raccomanda di far largo uso di uova e formaggio, ma come si può
sperimentare sulla propria persona, il formaggio tende ad ingrassare, dal
momento che essendo fatto generalmente con latte vaccino contiene sostanze
adatte alla crescita del vitello, non al benessere dell’uomo adulto. Oltretutto una dieta ricca di calcio porta il
corpo ad eliminare in eccesso il magnesio, determinando scompensi del sistema
nervoso. Per questo tanti soffrono di
disturbi nervosi oggi, avendo infatti carenza di magnesio. Sono a disposizione comunque delle cure con
dei preparati appositi. Quando praticavo
la Macrobiotica in età giovanile stavo bene di salute, ero bello e profumato,
avevo un ottima sensibilità e guardavo il mondo con serenità. Diversamente da oggi, che mi sono lasciato
andare ad eccessi nell’alimentazione.
Meno si mangia e più si sta bene, ma il cibo deve essere di
qualità. Lasciamo in pace gli animali se
non vogliamo apparire dei bruti! Se il
leone mangia l’antilope fa parte del ciclo naturale, se l’eschimese si nutre di
pesce è da scusare per la rigidezza del clima delle terre dove vive; ma noi in
ogni caso mangiamo troppa carne, per il solo gusto di saziare il palato. Ciò è molto riprovevole e, checché ne dicano i medici,
sta danneggiando a lungo andare la salute dell’intera umanità.