domenica 13 agosto 2017

SIMONE DI CIRENE, CROCEFISSO AL POSTO DI GESÚ?





La biografia sconosciuta di Gesú
 e le conseguenze storico-sociali
 del mito cattolico-ortodosso della Crocefissione





di Alfio Pegaso 



      Pubblicato dapprima su Ind.It. il 26-05-04, sotto pseud. di C.O.T.L., con il titolo di Simone di Cirene, crocefisso al posto di Gesù e poi su Blogs.it il 9-04-07 collo stesso titolo, sotto il nuovo pseud. di I.Hud, tale articolo presenta una tesi criticabile alla luce delle rivelazioni uscite nel decennio successivo, ma non ancora enunciate al momento della prima pubblicazione:


a)  Premessa

       Innanzitutto sgombero il campo da alcune eventuali accuse.  Ad esempio che quanto viene scritto qui di seguito, almeno nelle intenzioni, abbia un fine anticattolico.  Sarebbe facile oggi che la Chiesa ha perso importanza fare dell’anticattolicesimo, ma negli ultimi anni mi sono riconciliato col cattolicesimo dopo una vita passata a detestarlo.  Ho ammirato soprattutto la figura del penultimo papa [il riferimento era a Giovanni Paolo II].  E la mia definizione vuole avere quindi un senso anche ammonitore in proposito.  Diciamo che, dal mio punto di vista che credo condivisibile – volendo affrontare l’argomento senza pregiudizi di sorta – esistono due forme di cristianesimo, una di tipo mariano (il Cattolicesimo e l’Ortodossia, sviluppatisi specialmente in campo devozionale e religioso) e l’altra di tipo magdaleniano.  Quest’ultimo è legato da un lato al monachesimo egiziaco e particolarmente alla figura di S.Antonio, oltreché al cristianesimo copto-etiope e a quello siriaco-malabarico; dall’altro all’esoterismo cristiano alto e tardomedievale, d’origine celtico-germanica.  Il cristianesimo mariano si è basato nel culto sulla figura centrale di Maria, concepita ellenisticamente e romanamente come la Vergine Immacolata alla maniera di Artemide e Diana Trivia, delle quali Ella ha incorporato parte degli antichi rituali.  Non a caso la Madre di Dio ha sostituito nei trivi e nei crocicchi le vecchie effigie della dea lunare. 
 
      Ciononostante, durante duemila anni il Cattolicesimo si è dato la briga d’estirpare tutti i precedenti culti pagani che incontrava per la via e persino le eresie interne, effettive o presunte che fossero.  Nell’Europa Orientale l’Ortodossia ha svolto una funzione più elevata, direttamente collegata all’eredità greco-slava, conservando persino una forma esoterica di culto chiamata ‘Esicasmo’.  L’Esicasmo, coltivato sul Monte Athos (ove si praticava il Carmelitanesimo, ossia una sincresi fra il Giudaismo e il Cristianesimo), altro non è che l’aspetto cristiano della Gnosi cabalistica; la quale, a sua volta, costituisce la forma ebraica del Tantrismo.  Attraverso la meditazione si fa discendere la Grazia, in altre parole lo Spirito Santo, nel corpo.  L’intera Ortodossia è sempre apparsa più intellettuale che devozionale e in questo ha fatto da punto d’incontro delle tematiche mariane con quelle magdaleniane.

      Bisogna infatti sapere che Maddalena, la quale secondo la leggenda provenzale (da alcuni come Baigent, Leigh, Lincoln e – per quel che conta – il sottoscritto ritenuta verità storica) era emigrata nel sud della Francia su nave fenicia, veniva considerata dagli esoteristi cristiani medievali un’immagine della Sapienza, Templari compresi.  Alla maniera della bella amata da Salomone nel ‘Cantico dei Cantici’.  Poiché colei che si dà a chi la cerca, formalmente la Prostituta, è fuor di metafora la Gnosi.  Invece la verginità di Maria ha raffigurato quella ‘tabula rasa’ che fa il credente dentro la sua anima per raggiungere lo stato di comunione con Cristo.  Pertanto, si può dire che storicamente la via cattolico-religiosa, sebbene abbia finito in seguito per incorporare in sé il Monachesimo (1) al modo come fra i musulmani ha fatto la ‘Sunnah’ col Sufismo,  rappresentava un tipo di fede adatta alle masse popolari e comunque ai profani.  Insomma la continuazione neotestamentaria della Torâh ebraica.  Mentre la tradizione cristiana nazarena, direttamente connessa alla famiglia di Gesù  (per quanto si sia amalgamata nei primi secoli della nostra era col ceppo beniaminita-gerosolimitano, praticante riti cabalistico-libertini concernenti la Shekinâh), ha coperto un ruolo simile per così dire a quello avuto dalla Shi’iah nel mondo musulmano orientale (2).  In altre parole un misto di essoterismo ed esoterismo, vale a dire di pratiche esteriori adatte ai profani e di pratiche interiori adatte agli eletti.

      Un altro paragone possibile è quello col mondo buddhista, dove lo Hinayâna (la ‘Piccola Via’) si è rifatto alla tradizione degli Arhat (Monaci) risalente al Principe Siddhârta.  Al contrario il Mahâyâna (la ‘Grande Via’) ha esteso il messaggio del Buddha al di là delle plaghe himalayane.  L’unica differenza è che tanto la Sunnah quanto il Mahayana hanno dato spazio meglio della controparte all’esoterismo, perciò hanno finito per surclassarla a lungo andare, nonostante non fossero collegati alla trasmissione profetica diretta.  Viceversa il Cattolicesimo ha operato contro di esso, preferendo dedicarsi alla repressione della Gnosi tramite molteplici concili, che hanno favorito la cristallizzazione del dogma in senso teologico.  Con le conseguenze tragiche che tutti conosciamo.  Vedi persecuzioni religiose medievali, messe all’indice e scomuniche varie, dalla Santa Inquisizione a… (purtroppo) un recente papa il quale ha definito lo Yoga “opera del Diavolo” [quando l’art. fu compilato egli non era ancora pontefice, ora non si può che confermare, viste le successive dichiarazioni da parte dell’intera Chiesa Cattolica a negazione d’un cristianesimo per eletti].  Di volta in volta i maggiori pensatori della comunità cristiana, da Eckart all’Alighieri, ne hanno subito infatti inevitabilmente le conseguenze.  E ancor oggi all’interno della Chiesa (il riferimento particolare è alla Cei, che dopo la morte di Papa Woityla ha ripreso le briglie del Vaticano) chi predica a favore dello scontro delle civiltà, sia l’avversario il mondo islamico (o, come si può temere per il futuro, il mondo indù), è su quella lunghezza d’onda.  Le religioni sono delle consorelle e vanno rispettate tutte in egual misura, anche se come nella storia di Cenerentola una può essere o apparirci più bella delle altre.    

      

b)   Giacomo il Giusto, fratello di Gesù

      Nell’ottobre 2002 fu reso noto da parte della B.H.R. del reperimento d’un sarcofago risalente al 63 d.C. e contenente l’epigrafe “Giacomo, fratello di Gesù, figlio di Giuseppe”.  Giacomo, primo vescovo di Gerusalemme, era stato fatto lapidare l’anno prima dall’autorità dell’epoca.  Veniva definito il “Minore” per distinguerlo da un “Maggiore” omonimo mandato a morte ad opera di Erode Antippa in precedenza.  La figura di Giacomo – detto anche il “Giusto” – e il ruolo della Chiesa di Gerusalemme, sfociata alfine nel movimento ebionita (3), sono stati oggetto d’analisi da parte di molti testi, alcuni anche canonici.  Esse sono esaltate da coloro che scorgono nella Chiesa di Roma, nel Cattolicesimo e nella dottrina paolina una deviazione inaccettabile rispetto alla parola primaria di Gesù.  Nella prospettiva del cristianesimo primitivo è probabile che sia Giacomo sia Gesù fossero considerati due incarnazioni messianiche, ovvero l’uno un messia di tipo sacerdotale del tipo di Aronne e l’altro un messia profetico alla stregua di Mosé (4).



      c)  La storia occultata del cristianesimo primitivo

      Indipendentemente dall’interpretazione secondo me inadeguata menzionata in nota, si può affermare che Baigent, Leigh e Lincoln abbiano fornito nello stesso libro summenzionato un quadro abbastanza chiaro degli avvenimenti occorsi nel I sec. d.C. in Palestina.  Riassumendo, si può tracciare questa linea di demarcazione.

      Gesù fu preso di mira politicamente da Pilato, poiché il messaggio da lui evocato non aveva un significato esclusivamente religioso, come la Chiesa Cattolica preferisce farci credere (ed è perfettamente legittimo, checché ne dicano gli studiosi d’ambiente protestante); ma pure politico, in perfetto accordo con le tradizioni messianiche ebraiche (5).  Non sto facendo del filo-sionismo mascherato, sono antisionista.  Bisogna però onestamente prender atto della tematica originaria del Sionismo giudaico-cristiano, che una volta non era un’eresia, bensì un ramo alternativo ed europeizzato dell’Ebraismo.  Ossia, la forma cristianizzata del Beniaminismo (6).  Pilato, è da ritenere storicamente (il credo  cattolico dica quel che vuole, la storia prescinde dalle credenze religiose), temeva che “l’Unto del Signore” fornisse una base dottrinale valida alle rivolte degli Zeloti.  Nei Vangeli canonici la figura cristica appare invece piuttosto scialba ed accomodante nei confronti degli occupanti.  Non un collaborazionista, come Caifa, ma troppo estranea alle sofferenze d’Israele.  Il concetto di “dare a Cesare quel che è di Cesare”. pur non essendo stato introdotto da S.Paolo come qualcuno pretenderebbe (lo si trova anche nel Vangelo di Tommaso), così com’è formulato nei Sinottici risulta congeniale all’ellenizzazione e alla romanizzazione del messaggio originario, completamente ambientato dapprincipio nel più ristretto ambito della società palestinese.

      Giuda dal canto suo tradisce la ‘Buona Novella’, interpretandone in chiave messianico-politica il messaggio, cosa che lo porterà infine a suicidarsi per rimorso (o meglio, secondo una variante, verrà buttato giù da una rupe).  Non a caso gli osservanti scrupolosi dell’interpretazione paolina insistono sul suicidio di Giuda.  Secondo Baigent e gli altri due vi era tuttavia un altro Giuda, il fratello di Gesù, il quale chiamavasi per l’esattezza Giuda Tommaso.  Questo Tommaso altri non sarebbe che l’apostolo omonimo presentato dai Sinottici come incredulo nei confronti della Resurrezione di Gesù al tempo della Pentecoste.  Diversamente dalla tradizione cattolica, gli Apocrifi (cfr. Vangelo di Tommaso ed altri testi)(7) illustrano Tommaso insieme a Giovanni, giovane cugino del Profeta, quale vero titolare della trasmissione autentica della dottrina cristiana.  Più ancora di Giacomo medesimo.  Perché Tommaso, ovvero Giuda Tommaso, era un gemello di Gesù (8).
       Evidente che nel quadro d’avvenimenti considerato la morte per crocefissione da parte di Gesù, storicamente parlando, non sia mai avvenuta.  Ossia, allorché Gesù fu accusato dai Romani e dalla sezione più collaborazionista del Sinedrio un parente dell’accusato, tal Giuseppe d’Arimatea (in realtà Giacomo stesso, il fratello maggiore), operò uno stratagemma in modo che il suo assistito uscisse di scena con una sorta di drammatica sceneggiata.  Affermano i testi apocrifi e quelli gnostici che Gesù si prestò a tale macchinazione forse per adempiere alle profezie vetero-testamentarie, e che in ogni caso al posto del Nazareno fu crocefisso Simone di Cirene (9).  La Chiesa ha in certo senso trasformato Simone in Cristo, quel Simone che certamente doveva essere tuttavia un devoto del Maestro.  In definitiva si  realizzò una tragica recita rituale affinché Simone parve morire agli occhi dei fedeli, tenuti a debita distanza, nei panni di Gesù; ma il sostituto del Profeta riuscì lo stesso a cavarsela, secondo quanto prestabilito, utilizzando un espediente farmacologico conosciuto a quel tempo.  Proprio quel che racconta il Corano.  Come poteva Maometto conoscere la verità sulla vicenda?  Ebbene, Maometto aveva seguito gl’insegnamenti dei nestoriani.  Il Nestorianesimo è stato considerato un’eresia dal Cattolicesimo, ma hanno dimostrato oggi Baigent & C. che esso, non meno di altre eresie, costituiva una dispersione frammentaria del Nazarenismo.  Ovvero aveva raccolto il patrimonio fondamentale del Cristianesimo primigenio, un’eredità rintracciabile anche nell’Arianesimo (10), diffusosi nel Medioevo attraverso i culti barbarici.








Note

(1)   In principio il monaco, barbuto, stava al prete come il guru (‘maestro’) in India sta al pandit (‘erudito’).  Difatti è questo che significa il termine ‘clero’: la classe degli uomini colti.  Faccio notare che anche nell’Islâm sunnita gli Ulamâ costituivano in origine secondo Hamilton Gibb (L’Islamismo, Bologna 1970, pp. 224-5) il nucleo degli eruditi.  Mentre i Sufî erano i veri maestri.  Il vocabolo stesso con cui designamo ancor oggi il frate, indica una fratellanza di tipo solidaristico che va oltre la semplice sacerdotalità e si richiama a quelle delle antiche confraternite.

(2)   Ricordo che gli shi’iti ossequiano la discendenza diretta del Profeta, con speciale riferimento al cugino Alî.

(3)   Gli Ebioniti erano coloro che volevano limitare il messaggio cristico originario, distinguibile da quello evangelico più tardivo, ai giudeo-cristiani e perciò a farlo rimanere una fase interna al Giudaismo.  Cosa che fu loro impedita dall’insegnamento paolino.

(4)   Il trio Baigent-Leigh-Lincoln parla invece (ne L’eredità messianica) di ‘Messia Sacerdotale’ in riferimento a Gesù e di ‘Messia Regale’ in riferimento a Giacomo, interpretando l’espressione “Maestro di Giustizia” presente nei testi di Qumrân in rapporto al “fratello del Signore”.  Espressione che, pur desunta da un testo neotestamentario, fino al ritrovamento dell’epigrafe in questione e persino dopo si voleva far credere designasse un cugino di Gesù; quand’invece in greco adelphós è da intendere nella chiara accezione di frater alla maniera latina e non in quella semitico-giudaica, coinvolgente la cuginanza.  L’errore dei tre autori anglosassoni tuttavia è stato quello di confondere le figure comuni dell’Inviato di Dio e del proprio Messaggero Sacerdotale con i due aspetti inferiori del ‘Re del Mondo’ ebraico, da intendere per contro in chiave esoterica.

(5)   Le figure patriarcali di Mosé e Maometto non hanno svolto vicendevolmente nell’ambiente semitico a loro corrispondente una funzione esclusivamente profetica.  La loro azione ha avuto un senso anche in campo storico-politico.  Per Mosé non sarà stato esattamente come descritto nel film di Cecil de Mille (mi riferisco alla seconda versione, la prima non l’ho mai vista per intero), tuttavia è indubbio che abbia causato la liberazione degli schiavi ebraici dalla servitù egizia.  In quanto a Maometto, sebbene il Jihâd da lui proclamato sia giunto solo fino ai confini dell’Arabia, non si può negare abbia determinato uno sconquasso storico notevole.  Per la verità anche il cristianesimo mariano lo ha determinato, ma gli è capitato di pervenire al potere nell’allora capitale del mondo, l’Urbe, non per la dottrina implicita nel messaggio cristiano. E, comunque, non ad opera del Profeta medesimo.  Rapportare Gesù a Mosé chiarisce invece la componente giudaica della figura cristologica.

(6)   I Beniaminiti erano i discendenti di Beniamino, fratello di Giuseppe.  Erano stati espulsi dalla confederazione ebraica in cui vivevano e privati della loro giurisdizione in territorio gerosolimitano.  Rifugiatisi in Arcadia, erano poi risaliti nel Nordeuropea entro i territori barbarici, unendosi con certe tribù franche, sicambre per l’esattezza.  Avrebbero dato luogo alla formazione di popolazioni etnicamente miste, coi capelli e la barba rossiccia, quali i Goti.  Donde discende peraltro anche la mia famiglia paterna (dalla parte del nonno paterno), per inciso.   La leggenda merovingia insegna che l’aristocrazia di tali tribù si era poi unita con quella dei figli di Gesù, arrivati in Francia assieme alla Maddalena, ritratta non per nulla incinta in una cattedrale francese.  Se non fosse stato un sacro seme, certamente non sarebbe stata scolpita a quel modo in un tempio cristiano.

(7)   Si ritiene che il Vangelo di Tommaso sia l’Evangelium più antico, secondo solamente al Vangelo (ebraico) di Matteo, andato irrimediabilmente perduto.

(8)   L’esistenza d’un doppione di Gesù, secondo l’interpretazione sacrale antica, compare nella pittura medievale di grandi autori quali Leonardo da Vinci, probabilmente il vero uomo ritratto nella Sindone torinese, a dispetto di quanto sostiene da tempo un noto medico legale torinese.  Interpretando troppo alla lettera i testi si finisce per pigliar lucciole per lanterne.

(9)   Simone, considerato giustamente o meno da alcuni (non saprei dire con esattezza) il padre di Saulo poi divenuto San Paolo, sarebbe così stato venerato dai cristiani al posto di Gesù.  Paolo medesimo viene considerato forse non a caso il “Tredicesimo Apostolo”.  Sarebbe interessante sviluppare la tesi della parentela con Simone.  Se risultasse credibile che si tratta veramente del figlio di tale persona ne risulterebbe che la Chiesa Apostolica Romana ed anche la Chiesa Ortodossa non hanno osservato il culto di Gesù, bensì per trasposta persona di Simone di Cirene (e, in senso lato, di San Paolo).  Ciò affermava del resto, indirettamente, lo gnostico Basilide.  Io non credo che questo, se fosse vero, possa comunque essere considerato eretico.  I vishnuiti venerano talvolta Balarâma anziché il fratello Krishna e a volte anche figure ad essi minori.  Gli shivaiti addirittura non venerano alcun avatâra, poiché dichiarano che la divinità reale è senza nome né forma.  Non se ne abbiano a male i cattolici, è perfettamente lecito quel che ha fatto S.Paolo, trasformando il Cristo di carne in un Cristo spirituale divinizzato.  E’ perfettamente ortodossa la Chiesa Cattolica, l’unico problema vero è la pretesa assurda dell’esclusivismo, che però Baigent & C. sbagliano a ribaltare a favore dei nazareni.

(10)                     Ario fu un vescovo di Costantinopoli condannato per eresia.


Link:


( l'ossario di Giacomo il Giusto scoperto nel 2002 )

( Il Tredicesimo Apostolo )

2 commenti:

  1. In realtà oggi non credo più a questa tesi aberrante, non almeno in questi termini,l'ho postata solamente per suggestione.

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  2. Parrebbe che le cose stiano diversamente da quanto raccontato sopra. Ossia, Basilide aveva ragione a dire quel che ha detto, ma la cosa va interpretata diversamente. Nel senso che effettivamente Simone di Cirene intervenne per creare confusione e sostituire Simon Lazzaro, capo della setta nazarena; però non fu lui ad esser crocefisso al centro, bensì Gesù, esattamente come narrano i Sinottici. Simone, diciamo, è stato crocefisso sulla destra e poi salvato insieme a Gesù. Giuda, l'altro uomo crocefisso, posto sulla sinistra e poi buttato giù dai dirupi. Nel folclore cristiano i due uomini ai lati del Redentore sono divenuti i 'due ladroni', uno buono e l'altro malvagio.

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